I Del Carretto

di Salvo Micciché


«Quando un popolo, un paese, una collettività - scriveva Leonardo Sciascia - non perde la memoria, vuol dire che non è disposto a perdere la libertà».

Con questa citazione si apre il pregevole libro di Salvatore Restivo, I Del Carretto (Marchesi di Savona e del Finale), edito di recente da Malgrado Tutto (Racalmuto).

Il libro tratta della nobile famiglia Del Carretto, discendente da Vitichindo (Re dei Sassoni). La storia di Racalmuto si intreccia da ben quattro secoli con quella dei Marchesi di Savona e Del Finale (i Del Carretto, appunto), che - come ci informa Restivo - si rinviene già in documenti del 1179, in cui si parla di Enrico del Carretto e dell'arme nobiliare.

Storia di Feudi e di Nobili medioevali alle soglie del Secondo Millennio? E perché no? La memoria di cui parla Sciascia dev'essere conservata e narrata per non dimenticare che nulla di ciò di cui il Duemila si potrà vantare è stato inventato ora, ma è frutto di secoli di esperienze di uomini e cose.

Racalmuto ha una storia intensa e interessante, che, appunto, dai Del Carretto a Sciascia e a Restivo va tributato il merito di ricordarlo, magari finendola, una volta per sempre, di far finta di credere che nella nostra amatissima Sicilia vi sia stata e vi sia solamente la mafia.